I CUBOTTI E GLI ARROTOLATI – RUSTICI SALATI
I cubotti e gli arrotolati. Nomi del piffero per due rustici buoni come pochi.
Il merito non è mio, ma del jolly del gran maestro Fabio Franco che rende buona ogni cosa. Io ci metto solo la fantasia.
E cosa mi son inventata stavolta per le cene all’ultimo minuto della family?
ingredienti
497 farina
95 lievito madre
71 uova
9 ldb
213 latte
12 miele
9 sale
24 zucchero
95 strutto
Impastato come sempre i primi ingredienti fino al latte per 5 minuti circa poi ho unito miele e sale e in ultimo strutto e zucchero. Come da canoni.
A lievitazione avvenuta ho fatto dei pezzi da circa 40 gr e li ho divisi sugli stampi che avevo, cubotti e plumcake. I link su amazon sono questi:
Ho fatto la stessa formatura e stesa farcitura in due stampi diversi. Motivo??? Di cubotti ne avevo un solo stampo!!!! Ma nulla vietava di fare la stessa forma cambiando farcitura per stampi diversi. Sarebbe stato meglio. Ma io mi riduco a impastare a frigo piangente quindi ho usato quello che avevo. Magari abitassi sopra un supermercato….
Quindi siamo con 12 a cubotto e il resto plumcake, sempre 12 per la cronaca….
Ho preso le mie palline e le ho stese a rettangolino. Da un lato ho tagliato 4 striscette arrivando circa alla metà pasta. Dall’altro lato ho messo delle fette di prosciutto cotto e un pezzo di sottiletta. Ci stavano bene anche delle zucchine trifolate o verdurine, ma qua siamo poco per i vegetali, se vogliamo magnare lo facciamo bene.
Quindi ho arrotolato dal lato del cotto/formaggio a fare un salsiccetto. Quando sono arrivata alle mie striscette tagliate, prima le ho spiralate su se stesse poi ho proseguito il mio salamino. Un po stile il pane a gomitolo, ma arrotolando i fili.
Che casino direte. No, non è difficile, solo lungo. Ma serve a passare il tempo in queste giornate ancora freddine in cui si sta bene al calduccio.
E poi diventa quasi un gioco, come fare le trecce alle bambole. E sicuramente più facile che pettinare il gatto,, perché qua almeno non rischi unghiate e morsicate visto che non apprezza tanto la cosa.
Ho messo i miei rustici negli stampi e ho fatto lievitare di nuovo.
Per la cronaca, non ho usato lo staccante ma il burro a pomata. Da una botta di gusto che lo staccante spray non da.
Provare per credere. Anche qua, un po’ più da lavorare forse ma la fatica è ripagata dal sapore.
Quando sono pronta per infornare ho lucidato con tuorlo e latte e ho cotto a 170 fino a doratura.
E ho cotto su due piani invertendo a metà cottura le teglie perché il mio dannato forno cuoce solo sopra ma non volevo parcheggiare una teglia in frigo e farmi doppio giro di forno con il costo dell’elettricità di oggi. Non sarà forse la scelta migliore perchè in questo modo vengono meno dorati se non palliducci, ma ho ridotto i tempi e vi giuro viene ugualmente. 94 gradi al cuore e formaggio filante.
Ah, io non ho messo semi perché sennò qua mi dicono che se li trovano poi dispersi nei sacchi in freezer, che si incastrano nei denti…. Insomma non vanno a genio. ma ci avrei messo volentieri del papavero o della chia a dare colore.
E questo è il risultato. Dei rustici che definirei “finger food” perché belli piccinini, da mangiare in un boccone. Si, più che come cena – che il mio babbo se ne pappa 3 o 4 alla volta – stanno meglio su un buffet di aperitivi forse, come le vecchie pizzette.
E devo dire che cotto e sottiletta non deludono mai. Ma chiaramente come ripieno ci si può sbizzarrire e voi avrete più fantasia di me (e il frigo messo meglio).
Vi do delle idee: verdure trifolate mix e mozzarella per i vegetariani, crudo funghetti e brie, salsiccia peperoni provola…. Boh vedete un po’ voi e fatemi sapere.
Intanto comunque un grazie va detto a Fabio Franco, al jolly e naturalmente al mio amato lievito Otto.
Il lievito madre è sempre top! E ora con davanti questi rustici non i resta che augurare buona cena (o spuntino ) a tutti!