IL SIGNOR BABA’ – buon compleanno Zietto!
Cosa vuol dire Il signor Baba? Ora vi spiego…
Tra poco è il compleanno dello zio brontolo, lo zio più zio che ci sia, il vero zio n 1, il migliore del mondo. Che come tutti gli zii zitelli e brontoloni “finge” di non gradire nessun tipo di augurio e men che meno di festeggiamento. La torta ce la dobbiamo scordare, come tutti i brontoloni a lui non piacciono i dolci. Ma, perché c’è sempre un ma, un dolce che ama esiste… il babà!
Ogni volta che li faccio almeno un paio mi fa l’onore di assaggiarli ( e immancabilmente li trova poco bagnati e chiede il bis di pipetta alcoolica!).
E allora per festeggiarlo come merita, ma senza farlo sentire festeggiato per non incorrere nelle ire del pelide zio, cosa si può fare se non impastare un babà???
Quando si dice baba si pensa ai classici “funghetti” inzuppati di bagna, o al massimo al ciambellone di savarin sempre inzuppato e al più decorato con un poco di panna.
Ecco, oggi ho deciso, in onore allo zio, di lanciarmi in un dolce davvero top, top tanto perché speciale quanto perché complicato e lungo da fare: il babà dello chef Puca.
Lo chef Lorenzo Puca ha trasformato il babà in un capolavoro, un dolce moderno, splendido alla vista e al palato, qualcosa di sublime.
La ricetta è disponibile su pastryvideobok e non posso divulgarla, ma si tratta di un impasto fatto in planetaria, in maniera classica.
La particolarità e la bravura dello chef sono nel creare un impasto particolarmente scioglievole. Come??? Mettendo il burro non solo alla fine ma anche a inizio impasto. Questo rende la lavorazione più complicata ma garantisce un risultato da …. Campione del mondo.
Inoltre la idea creativa è di cuocere in stampo di silicone, si di silicone, con il fondo piatto. Motivo??? Perché poi la base piatta sarà utile per dressare tanti bei ciuffetti di creme che su un savarin, una ciambella stondata, non sarebbero mai resistiti dritti.
Quindi l’impasto – che da fare è un bel casino – è top. E confesso che mi son appellata a tutti santi del paradiso per portarlo a casa. E finchè non è lievitato, ero nel panico totale, convinta di aver fatto flop.
Ma poi è lievitato e son pure riuscita a cuocerlo, tagliare il cappelo e sformarlo… mi sentivo quasi brava!
In fondo lui è un campione, io una imbranata…
Per la cronaca… l’avanzo di pasta lo ho buttato a caso in stampini mini e ne son usciti dei semibabà… non avevo calcolato i pesi e le misure e sul colpo, a mani luride di impasto e incollosa come ero (chi conosce la pasta babà mi può capire), ho fatto a caso, cosa che di solito non è la mia politica. Quesllo che vedete è il risultato.
E poi segue la bagna… aromatica, al ruhm e vanigia, sublime…. Non dico che me la sarei bevuta tutta ma quasi….e questa va fatta il giotno prima, va riposata e poi si scalda e usa a 60 gradi.
Ma fino qua siamo nei canoni del babà, a parte il tipo di impasto.
Chef Puca va oltre: sul top non si limita a ciuffi di panna ma realizza due creme che, ragazzi, sono davvero da urlo.
Poteva bastare il babà scioglievole e la sua bagna, ma con ste creme mi fa morire.
che creme sono?
Una ( bianca) è una chantilly al mascarpone e vaniglia… delicata, profumata…. Mmmmmmmm….
La seconda è una crema montata al pralinato di noce pecan. E sapete tutti quanto la pecan mi faccia impazzire…. Queste pure si fanno il giorno prima in modo che siano fredde per montarle al bisogno.
Per completare il dolce peccaminoso non possono mancare caverne, fatte con lo scavino da melone, di pralinato puro… una goduria….
E esteticamente il dolce chiude con un giro torta fondente, la cosa che io più odio fare perché mai che mi venga decente, ma ammetto che fa la sua scena. Anche stavolta ho canato e mi è venuto troppo spesso, ma credo che lo ziastro ( che oltre al ruhm ama il cioccolato fondente) non se ne farà un problema.
Mi duole non darvi la ricetta di tale capolavoro di gusto e bellezza ( quello di Puca ovviamente, non il mio!)ma vi invito e suggerisco di prendere spunto da questa mia “avventura alcolica” per decorare i vostri babà con creme raffinate, alla frutta secca appunto e lanciarvi nell’uso di stampi nuovi e particolari, diversi dai soliti savarin e babà a funghetto.
E quanto a me… incrociate le dita che lo zietto non mi sbrani viva all’idea che qualcuno gli ricordi il compleanno e sia almeno un poco felice di questo dolce che vi giuro non è stata una passeggiata portare a termine!
Post scriptum: per fare il babà, lievitarlo, cuocerlo e sformarlo ci ho messo un pomeriggio. Più il tempo di fare le creme e la bagna, che come ho detto vanno fatte il giorno prima. Idem il girotorta, dato che son imbranata, ci ho messo una vita. Poi sveglia all’alba ( o anche prima!) per bagnare, scolare, montare le creme, dressarle e decorare il tutto. Per non parlare di tutta l’ansia da “crescerà, lieviterà, si cuocerà, si monterà…?!? Eccetera….
Se non è amore di nipotina questo….
Buon compleanno Zietto n.1 con questo signor baba!