SACCOTTINI SFOGLIATI SALATI

Ci risiamo con gli sfogliati salati , come direbbe la mia povera mamy, stavolta saccottini.

saccottini sfogliati salati

Eh si, dopo il corso Pasticceria salata con lo chef Omar Busi ( un uomo, una leggenda) presso GSI di Serena Giovannini, mi sono resa conto che da quando ho iniziato a cucinare un anno e mezzo fa ho fatto di tutto, biscotti e  torte, prodotti moderni e classici, dolci e salati, ma mai mi sono dedicata a sfogliare e laminare gli impasti.

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Grave lacuna che, se voglio “crescere” , devo necessariamente colmare.

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Quello che mi ha sempre bloccato è che io non ho una sfogliatrice.

Tutto quello che faccio, io lo faccio a casa, non ho un laboratorio, e la mia casa non è altro che un appartamento – anche piccolo – già saturo di attrezzi, stampi e ingredienti di ogni genere. Non ho nemmeno un divano, se compro una sfogliatrice qua devo uscire io di casa….

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Per cui si va di mattarello. Mattarello e olio di gomito. E preghiere.

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Ma ci devo, ci voglio riuscire.

Non saranno certo belli e perfetti come quelli che si vedono in foto, fatti in laboratorio e con le macchine, ma se uso ingredienti genuini e ci metto tanta passione magari qualcosa di buono ne esce.

E così dopo le treccine e i croissant salati delle scorse “puntate” oggi provo i pain au chocolate versione salata. Saccottini salati per capirsi.

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In pratica ho fatto la forma dei classici saccottini al cioccolato ma invece della barretta di fondente ho messo una barretta di emmenthal avvolto nel prosciutto o mortadella ( quello che avevo insomma).

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cosa si fa?

Ma andiamo con ordine.

Impasto salato classico chef Busi, fatto il pomeriggio, verso le 17.

E seguo ancora i consigli di chef Nazzari e lo congelo. Una oretta, per bloccare la lievitazione e non trovarmi un “mostro” al mattino. Si sa, i frigo di casa non sono stabili come temperature…. poi lo passo in frigo.

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E vado a nanna.

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Il mattino per me è sempre tragico: casco dal sonno e dopo una notte sdraiata la mia povera schiena urla dal male.

Terapia d’urto: sfogliare una pasta croissant. Baking therapy. Intanto la paura di sbagliare mi scatena una scarica di adrenalina e mi sveglio come manco con 10 caffe espressi. E poi il movimento mi scioglie le tensioni della schiena.

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Quindi sotto, si parte con le “danze”.

Per merito della oretta di congelamento ( chef Nazzari grazie di cuore!) la pasta è tranquilla, non ultra-gonfia come temevo. E bella fredda.

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Parto con l’incasso del burro, lui a 12 gradi la pasta a circa 3.

E faccio le mie pieghe, una da 4 e una da tre.

Poco alla volta, con spessori e fido mattarello.

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Ma a questo punto sono in un bagno di sudore da stress io, con la pasta calda, e mi devo fermare. La metto in frigo e lei si può distendere.

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Dico “lei” perché io invece non ho pace. Devo tagliare le stecche di formaggio e avvolgerle con il prosciutto perchè poi quando darò la stesura finale mica posso tenerla li sul tavolo a scaldarsi intanto che io mi faccio ste cose no????

Bisogna essere veloci….

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Bene, tutto pronto. Io sono bella sveglia e il mal di schiena della notte è un ricordo. Se anche non saranno i migliori saccottini salati della terra beh, almeno lo scopo di farmi passare i dolori lo hanno ottenuto . Baking salvezza!

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Stendo la pasta allo spessore finale e grazie al cutter la taglio. E qua ringrazio ancora chef Vitellozzi che me lo ha suggerito. Un coltello non taglia così bene, il cutter è una manna dal cielo.

Faccio i miei rettagoli, il più simili possibile. Anche se a dir il vero due uguali non ci sono… il bello del fatto a mano. Misure 6 di larghezza e 15 lunghezza. Formato mignon perché anche nei croissant ho notato che è più carino e se ne mangiano di più.

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E inizio a avvolgere prosciutto e formaggio. Creo i miei saccottini e li dispongo su teglie. Il grosso è fatto. Adesso si deve solo incrociare le dita.

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Li metto a lievitare e dopo una oretta li spennello con uovo e ricopro di semi i decorativi.

Poi altra oretta di lievitazione e siamo pronti per la cottura.

Una teglia alla volta, di più nel forno non ci stanno, quindi considerato che ognuna impiega circa 18/20 minuti,  mi si prospetta parecchio tempo davanti allo sportello a dita incrociate.

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E quello che vedete il risultato.

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La pasta è squisita e la farci ci sta da dei. Si, esteticamente si possono migliorare, ma per essere i  miei primi tentativi fatti a mattarello e olio di gomito io sono soddisfatta. Mica posso fare miracoli no??? Appena fatti erano  bellissimi, con tutte le pieghe delle pasta in vista….

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Ancora ringrazio chef Busi che mi ha “scatenato” nella impresa della sfogliatura e laminazione, Serena Giovannini di Gsi che ha organizzato il corso, Chef Nazzari che mi ha suggerito di abbattere la pasta una volta impastata e chef Vitellozzi che mi ha inviato a usare un cutter e non un banale coltello.

Grandi persone che mi hanno spinto a osare , a tentare strade per me nuove e inesplorate.

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Ma io non mi arrendo, devo migliorare e diventare ancora più sicura. E poi ‘sti prodotti sfogliati sono talmente leggeri e buoni che ora che sto prendendoci gusto non li mollo più…. Sono una ottima terapia per il sonno, i dolori e il buonumore!

Quindi restate con me e nelle prossime “puntate” altri esperimenti seguiranno, sempre a mattarello, non perfetti ma con tanta passione!

E intanto buoni saccottini sfogliati salati a tutti!

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