SVEDESE SALATA

Ed eccoci oggi al mio primo tentativo di laminazione di impasto brioche con la svedese salata. Nello specifico si tratta di un impasto salato, sempre scuola chef Omar Busi.

Eh si, il corso di pasticceria lievitata salata mi ha fatto venir voglia di provare… in fondo se le materie prime sono buone e io ci metto impegno, anche se sfoglio a mano non sarà proprio uno schifo no???

E allora eccoci qua.

Svedese salata. Che in pratica è un impasto croissant salato lavorato a treccina.

Impasto preparato senza problemi, come da istruzioni, fatto puntare 20 minuti e poi chiuso in frigo a fermentare.

Fino a qua nessun problema, la pasta è bella, soda, lavorarla e toccarla un piacere.

I problemi vengono dopo…

Incasso del burro e due pieghe da 4 come da istruzioni. E qua io sbaglio: tendo a tenere i ritagli, le code, gli eccessi di pasta e ficcarli dentro al centro sperando si riassorbano. Sarebbe meglio eliminarli… ma che ci posso fare se sono abituata a non buttare nulla… questo è il mio grande errore…

Quanto alle due pieghe le ho eseguite in sequenza, perché l’ambiente di casa oggi era fresco e la pasta non si è scaldata troppo per fortuna nel fare incasso e prima piega. Anche se io ero in un bagno di sudore…

Poi riposo in frigo prima della laminazione. Riposo per lei e camomilla per me, che tremo dalla fifa di sbagliare.

Laminazione finale a 6 cm, ma fatto abbastanza a occhio perché non ho lo spessore corrretto. Ma lo sappiamo che fare le cose a casa non è mai una passeggiata.

Ritaglio i miei rettangoli, faccio un taglio centrale, li intreccio in qualche modo e parte la lievitazione. So benissimo che non sono perfetti, ma è colpa del fatto che ho cercato all’estremo di recuperare le code e ciò mi ha compromesso il tutto. Vabbuò, è il mio primo tentativo in fondo… e mica posso buttare tutto solo perché esteticamente non perfetto no? E poi mi dico…. Proprio dalla svedese dovevo partire??? Un semplice croissant no????

Lievitazione 25 gradi fino al doppio, circa due ore.

Lucidatura uovo e latte e sparpagliata di semi coreografici, che in questo caso aiutano anche a nascondere i difetti di laminazione e formatura….

Cottura 200 gradi, una teglia alla volta perché il mio mini forno scaccione non consente di più, e eccole pronte.

Pronte? No, manca la crema al centro.

Una striscia di crema pasticcera salata non guasta mai.

Dopodichè mi risparmio la abbondante farcitura che il maestro aveva fatto al corso. In questo modo ognuno può farcire e completare la sua svedese come meglio crede, con formaggio, pomodorini, prosciutto e funghetti, e quelle avanzate che non si mangiano sono surgelabili.

Cosa ne pensate?

Io sono mediamente soddisfatta.

Per essere la prima volta che lamino un impasto non è venuto malaccio. Il gusto è buonissimo, sarà la pasta, sarà la crema, ma è davvero buono.

Esteticamente devo migliorare molto ma ammetto che forse non dovevo partire dalla svedese…

E comunque è di una leggerezza incredibile.

Non per nulla è una ricetta di chef Busi, un luminare dei lievitati, un guru, un Senpai.

Cosa posso dire???

Ancora grazie a Serena Giovannini e GSI che hanno organizzato il corso e grazie a chef Busi per aver condiviso con noi queste prelibatezze!

Ma voi restate su questi schermi…. Questo era un primo tentativo, adesso che ho iniziato chi mi ferma più????? Altri lievitati, dolci e salati seguiranno…. ( è una minaccia!)